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Quando avevo otto anni ero il più figo di tutti. Avevo già tre splendide nipotine. Quando poi ne avevo nove e hanno iniziato a chiamarmi zio sono diventato egocentrico come un adulto. Mi son sentito subito investito di responsabilità: cosa insegnare loro, come farle felici, come farle crescere forti e decise. Ero diventato un uomo.

Il mio training consisteva in ore e ore di gioco in cui dovevo vincere io e in cazzate assurde (pensate la notte per essere raccontate il giorno dopo) che distorcevano sempre la realtà, o infondevano paure che non esistevano. Spesso si finiva a litigare per lo stesso gioco, e in quel momento non vedevi tre bimbe giocare con il loro zio, ma quattro bimbi che si azzuffavano.
Poi sono diventate donne e io non me ne sono accorto. E nonostante, come loro, io ancora smell like teenspirit, quando mi sento chiamare “zio” tuttora riesco a sentirmi grande.
Fatto sta che oggi fanno 16 anni, hanno una capacità di giudizio maggiore della mia, e spesso mi portano a riflettere.
Tra qualche anno mi imbucherò a qualche loro festino. Poi gli passerò i libri universitari e loro mi passeranno le amiche carine.

Happy B.Day to ya!

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