Da quando sono diventato papà le giornate hanno assunto un diverso significato. Mi alzo e la prima cosa che faccio è controllare il piccolo,
pensare al piccolo,
al futuro del piccolo,
a come farlo crescere, il piccolo
e cosa fargli fare da grande, al piccolo.
Tutta la giornata è accompagnata dal pensiero fisso di mio figlio, di quel pezzo di me(e mi fermo qui) che mi guarda con lo stesso sguardo che uso io per guardare gli altri. Mi capita spesso di essere al lavoro, o all’università e di perdermi nel vuoto, con la mente disconnessa e la bocca aperta; e capita di sentirmi dire “cosa hai fatto?”, oppure “uè ripigliati!”, ma io, sorridendo per mettere bene in mostra il mio incisivo inferiore nero di tartaro, rispondo: “Sono da poco papà”.

 

😀

 

Avere un figlio non è proprio come avere un cagnolino. Col figlio non acchiappi proprio tanto perché si presuppone che tu non l’abbia fatto da solo, e si presuppone anche che colei che l’ha fatto insieme a te stia a casa ad aspettarti. Vallo a spiegare a tutte che non c’è nessuna che mi aspetta a casa nonostante questo figlio non l’abbia fatto io ma l’hanno fatto i miei amici per me, come regalo di compleanno.

Si sono incontrati,
hanno fatto un’ammucchiata con le loro idee,
mi hanno appioppato questo fardello.

Probabilmente hanno pensato che stavo studiando troppo ed era giusto darmi una distrazione.
Ecco qui amici miei, in questo momento non sto studiando.

Prima di concludere voglio giusto dire una cosina a quelli che stanno pensando che faccio le ammucchiate con gli amici allo scopo di fare figli da regalare:

sono single
sono figo perché ho un sito tutto mio
mi atteggio a scrittore e a voi non ve ne deve fregare
gli amici mi hanno regalato questo blog, quindi mio figlio è un blog..

E io ci sto scrivendo sopra.

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