Sarebbe banale parlare dei contenuti condivisi su facebook in particolari circostanze. Mi riferisco a quei contenuti “comuni”, che sono rappresentati dagli auguri di Natale, dalla morte o nascita di qualche celebrità (ringraziando il santo doodle di google che ci rende tutti colti), dalla voglia o nostalgia di estate. Il seguente post non parla di questo.

Sono appena rientrato a casa. Quando ero fuori ho aperto il cappotto perché sentivo caldo. Ora sono a casa, ma fuori nel giardino, illuminato da un sole delicato che basta a darti una sensazione primaverile. Bevo ginseng, apro e chiudo l’ultimo capitolo della tesi, mi godo il momento…

“Se avessi cento mila euro comprerei una casa. Ho centomila euro? No. Quindi ancora non posso comprarmi una casa. Se avessi le ali potrei volare. Ho le ali? No, quindi non c’è neanche la possibilità che io voli. Se tutto l’Oceano Pacifico si riverasse, non sarebbe in grado di spegnere la fiamma del mio amore per te. L’oceano si può riversare? No, quindi non ti amo neanche un pò” (Cit. Cai Il Ruffiano)

Storia in 140 caratteri:
Omar giaceva ai piedi del portone, avvolto nella sua sporca coperta, morto di freddo durante la notte. Al bar affianco si faceva colazione

Sto seriamente pensando di impegnarmi in una campagna di difesa dei frutti. Qua la gente smette di mangiare carne e comincia ad ammazzare l’erba. Quando bevi una spremuta in realtà bevi il sangue del frutto. Me l’ha detto il pompelmo che sta di là in cucina. Vorrei anche che in TV fossero evitate le scene cruente, tipo sbucciare una banana o tagliare una mela.

Uff… ma perchè a Pescara c’è il sole? Questo sarebbe potuto essere un bel post sulla neve, bello e interessante come tutti gli altri pubblicati oggi sui social network. E invece no.
Mi dispiace followers, non ho niente da dirvi. Se non nevica non posso scrivere di quanto è bella o è brutta la neve.

Pompelmo friend

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